L'odore della cannella le ricordava Marrakech.
Lo zoco della
medina.
L’insofferenza
dei venditori.
Le labbra di Yasir.
Ricordi di un
tempo felice in cui i sogni sfioravano la realtà dandole la sensazione, quasi
impercettibile, di poter essere felice per sempre.
Poi la pioggia
di ottobre, il freddo di un marocco che t’aspetti caldo ma troppo caldo non è, un
biglietto di solo ritorno, un sogno infranto. E il cuore anche.
A Lucia la
cannella ricorda il marocco.
Le notti sotto
le stelle dell’atlas.
Le canzoni dei
nomadi del deserto.
Gli occhi materni
di Jasmina.
L’henna nelle
dita.
Le stesse dita
che adesso, nude, sostengono una tazza bianca, insulsa e noiosa in una stanza
senza anima, di una casa qualunque, in una città grigia.
Il te fumante
poco a poco riscada la tazza, l’odore di cannella riscalda il cuore.
Restano solo gli occhi
innondati di lacrime di una ragazza innondata di ricordi che rimpiange quel freddo marocco, che poi tanto freddo non
era.
*__* bellooooo!
RispondiElimina